Non vi è angolo dei Campi Flegrei e della Campania Felix che non sia legato all’antica Roma. A distanza di duemila anni circa, sembra ancora di avvertire il brulichio di persone nel pieno della loro vita quotidiana. Che aspettiamo? Iniziamo questo interessantissimo viaggio.
Ogni quartiere di Monte di Procida è rappresentato esaltandone le peculiarità, riproducendo quelle chiese, luoghi o simboli che contraddistinguono quella che è comunemente nota come la “Terrazza sui Campi Flegrei”. Eccone, di seguito, un piccolo ma esaustivo assaggio.
Gli 8 quartieri di Monte di Procida
Una delle caratteristiche più singolari dei quartieri del comune di Monte di Procida sono le targhe identificative di ogni rione. Oltre ai loghi realizzati con uno stile moderno e fresco, su ogni targa sono riportate le diciture in dialetto locale montese. Un modo semplice ma efficace per tramandare ai cittadini più giovani la toponomastica tradizionale e, al contempo, di trasmettere ai visitatori un senso di appartenenza e l’identità del paese. Le illustrazioni e i testi sono il risultato di un concorso volto a scegliere i loghi più belli, la cui realizzazione è stata affidata al giovane grafico montese Diego Serpico che nel 2017 ne ha fatto dono alla cittadina. Ogni quartiere è rappresentato esaltandone le peculiarità, riproducendo quelle chiese, luoghi o simboli che contraddistinguono quella che è comunemente nota come la “Terrazza sui Campi Flegrei”. Eccone, di seguito, un piccolo ma esaustivo assaggio.
Miliscola
Senza dubbio la più importante, a contrada Miliscola, è situata nel cuore dei Campi Flegrei lungo la strada che dal porto militare di Miseno giungeva fino a Cuma. I suoi numerosi resti archeologici sono gli autentici testimoni oculari della storia e del profondo legame con l’antica Roma. Il nome stesso Miliscola non lascia nulla all’immaginazione. Dal latino Militum Schola, la scuola militare delle Classe Misenensis era la flotta più grande mai vista all’epoca. Il porto di Miseno, che sostituì il vicino porto di Puteoli impraticabile per via del bradisismo, divenne e mantenne per diversi secoli un ruolo strategico cruciale. Esso rappresentava un punto di riferimento per l’intero Mediterraneo garantendo la sicurezza ed il controllo militare dell’Impero Romano. Il territorio di Miliscola si snoda sulla costa occidentale del promontorio montese. Era un luogo incredibile dal punto di vista militare con le infrastrutture militari più avanzate per l’epoca, con la Piscina Mirabilis (la più grande cisterna al mondo costruita dai Romani) e i cantieri navali sul lago Miseno. La Piscina Mirabilis era alimentata dall’Acquedotto romano del Serino, che portava l’acqua addirittura dai monti irpini: ulteriore motivo di vanto ed orgoglio. La Praetoria Classis Misenensis era una città a tutti gli effetti che rispecchiava lo stile romano: le case, il foro e gli edifici per lo svolgimento della vita pubblica. Miseno si estendeva fino a Monte di Procida, detto anche Monte Miseno. Ancora oggi sulla strada di Miliscola, sono visibili i resti delle sepolture per i loro defunti costruite lungo le strade di maggiore percorrenza. Tali tombe erano dette colombari a causa della presenza di nicchie interne dove venivano collocate le urne cinerarie. Miliscola è collocata in una posizione unica e spettacolare. Essa è una striscia di spiaggia circondata di acque: da un lato, il Mar Mediterraneo e, dall’altro, il lago Miseno. Una zona a vocazione prettamente militare ancora oggi vede uniti passato e presente, vantando delle opere di ingegneria strabilianti per l’epoca e che lasciano a bocca aperta chiunque vi si imbatta.
Ncopp’ i ccase
La contrada Casevecchie, a nord di Monte di Procida, è considerato il nucleo originario del paese. Secondo alcuni studiosi, nel X secolo, i contadini della campagna misenate si trasferirono qui alla ricerca di un luogo più sicuro. La vita dei nuovi abitanti era caratterizzata da un’economia di sussistenza basata su agricoltura e pesca, tratti riscontrabili a tutt’oggi. La parte più alta, per l’esattezza l’area di Gaveta a chiara vocazione agricola mentre, la zona di Corricella, dall’attitudine più spiccatamente marinara. Questo è il quartiere di Al Chiar di Luna!
Abbasci â vit
Situata sul promontorio, i monaci scelsero quest’area da destinare a coltura. Da Procida, i contadini esperti iniziarono la loro attività dapprima come pendolari, successivamente stabilendosi qui. Il nome deriva, infatti dalla presenza delle prime viti, produzione agricola molto fiorente assieme all’estrazione di pozzolana e tufo.
Mmiez’ â chiesia
Altra contrada a vocazione contadina. La cappella nelle masserie agricole era un elemento imprescindibile. Essa si ritrovava proprio al centro del paese, dove le piccole comunità potevano giungere senza problemi. Per questo motivo, l’area venne definita, appunto, "Mmiez a chiesia".
Ncopp’ i ccruci
Situata a nord est del monte di Procida, l’area di contrada fu destinata a coltura da religiosi e missionari. Il nome deriva dal fatto che i Passionisti posero le croci in ferro lungo i vari punti della contrada.
Torregaveta
Il nome deriva dal termine "àvuta", alta, per ricordare uno dei 366 bastioni che re Carlo V costruì nel XVI secolo a guardia del regno contro gli attacchi che venivano dal mare. Secondo un’altra ipotesi, il toponimo viene associato a "Turris Vatiae", la torre appartenente ad una celebre villa romana. Infatti, a supporto di questa tesi, una costruzione moderna adibita attualmente a ristorante sembra inglobare vecchie strutture connesse alla dimora del nobile romano Servilio Vatia. Isolato da tutto e da tutti visse in questo luogo che, stando ai racconti di Seneca, doveva essere spettacolare, con la sua esposizione al vento di ponente (o vento Favonio) e dotata di peschiere e laghetti.
Cappella
Ai piedi del Monte, sorge la contrada Cappella. Il nome, come è facile intuire, deriva dal fatto che il luogo rientrava nei possedimenti dell’Abbazia benedettina di Santa Maria a Cappella a Napoli. Si trattava di una gancia, ossia di un territorio adibito alla produzione agricola dei monaci.
For’ â Torre
Torre Fumo antica venne costruita dagli abitanti di Procida come rifugio per scappare dai pirati, alloggio e magazzino. Edificata sul monte Grillo, era il luogo preposto al controllo del mare. Il suo logo, infatti, ritrae la torre a difesa della città Al Chiar di Luna dista circa 2 km dal centro cittadino raggiungibile in auto in circa 5 minuti.