«Folle è l’uomo che parla alla luna. Stolto chi non le presta ascolto.»

William Shakespeare

Nel corso dei secoli, la luna sempre ha rappresentato una fonte di ispirazione per artisti, filosofi e poeti. Fino a quando, nel luglio del 1969, la missione Apollo 11 non ha consentito lo sbarco dell’uomo sul suolo lunare, la fantasia umana si è concretizzata in una nutrita serie di capolavori.  

La romantica poetessa di Lesbo e la pallida luna

Saffo è tra i primi personaggi della letteratura mondiale a parlare di questo corpo celeste. La poetessa più famosa dell’antichità, vissuta tra la fine del VII secolo e la prima metà del VI secolo a.C., nella sua lirica Tramontata è la luna, si abbandona a una malinconica e delicata riflessione sulla fugace giovinezza. «Tramontata è la luna/e le Pleiadi a mezzo della notte/anche giovinezza già dilegua…». Questi sono i versi con cui fa riferimento alla luna. Utilizza un’immagine suggestiva ed efficace: la notte che volge al termine (il tramonto della luna) simboleggia il parallelismo con la stagione dell’amore e della passione, destinata a scemare in fretta. Una scena rappresentata in tutto il suo incanto, esaltando la finezza e l’eleganza della luna.  

Luciano di Samosata e la sfera lucente

 

In seguito, e precisamente nel II secolo d.C., l’autore satirico greco Luciano diSamosata ci racconta della luna nella sua opera La storia vera. Il resoconto fantascientifico narra di leggendari viaggi oltre le colonne d’Ercole, attuale stretto di Gibilterra, in un contesto di epiche battaglie tra i protagonisti e fantastiche creature mitologiche. In uno dei passi più celebri, lo scrittore immagina un ipotetico viaggio alla scoperta della luna, a bordo di una nave. «Sette giorni ed altrettante notti corremmo per l’aria: nell’ottavo vedemmo una gran terra nell’aere, a guisa d’un’isola, lucente, sferica, e di grande splendore. Avvicinatici ed approdati scendemmo: e riguardando il paese, lo troviamo abitato e coltivato». La luna viene descritta simile ad un’isola, luminosa, sferica e caratterizzata da un incredibile splendore.  

Shakespeare e la mutevole luna

Molti secoli più tardi, nella sua opera Romeo e Giulietta, anche il drammaturgo e poeta inglese William Shakespeare, dedica uno spazio alla luna. Nella celebre scena del balcone, la giovane Capuleti si rivolge così al suo amato: «Oh, non giurare sulla luna, l’incostante luna che si trasforma ogni mese nella sua sfera, per paura che anche il tuo amore si dimostri, come la stessa luna, mutevole». Viene ribadito il carattere volubile della luna, capace di influenzare i comportamenti umani, alterandone la fermezza.  

La luna in Les Fleurs du mal

Nella sua poesia Tristezza della luna tratta dalla raccolta Les Fleurs du mal, Charles Baudelaire associa la purezza della luna all’amore platonico, esprimendosi in modo naturale ed avvalendosi di immagini simboliche e serafiche. I suoi versi ci regalano una visione onirica e fiabesca, non priva di sentimento ed intensità.

La placida luna per García Lorca

Lo straordinario e appassionato scrittore spagnolo Federico García Lorca ci stupisce, come è solito fare, con la sua lirica Mezzaluna. Componimento molto breve,ma toccante e profondo. «La luna cammina sull’acqua Com’è tranquillo il cielo! Va segando lentamente Il tremore vecchio del fiume mentre un ramo giovane lo prende per uno specchio». La luna, alta nel cielo, con la sua sola presenza, crea un’atmosfera placida, infondendo pace e serenità a tutto il paesaggio circostante. Un potere che solo la magica luna può vantare.   Da questo breve viaggio nella letteratura straniera, la luna appare sempre come compagna fedele, punto di riferimento, consolatrice perfetta delle pene e dei tormenti umani. Ciò che la rende unica ed ineguagliabile è la sua fermezza ed imperturbabilità, seppur mutevole e ballerina ai nostri occhi.